Claudio e Diana presentano “Sì ma il lavoro vero?” all’Istituto Comprensivo Eleonora Pimentel Fonseca

Martedì 15 novembre Claudio e Diana hanno presentato gli alunni della Scuola secondaria “D. Zoccola” la loro biografia “Sì ma, il lavoro vero?” Storia di chi si è svegliato per realizzare il suo sogno.

L’incontro è avvenuto nell’ambito della rassegna “Libriamoci 2022”, campagna nazionale rivolta alle scuole di ogni ordine e grado, promossa dal Ministero della Cultura con l’intento di diffondere e accrescere l’amore per i libri e l’abitudine alla lettura.

Accolti dalla Preside Cembalo e dalla Vicepreside Petolicchio, su invito della Professoressa Ruggiero, Claudio e Diana si sono raccontati agli alunni, attenti, curiosi, interessati, che hanno rivolto domande e letto brani del libro.

Da 39 anni insieme, hanno iniziato il loro racconto proprio dal primo incontro, attraversando con parole, musica e video i 35 anni di attività, che proprio quest’anno hanno festeggiato.

Fulcro dell’incontro, la parola “sogno” che per i musicisti salernitani ha avuto ed ha un valore enorme. Tutto è partito da lì, dal primo dei loro sogni “vivere di musica”, e lo hanno realizzato svegliandosi e facendo tutto, il possibile e l’impossibile, perchè quel sogno si realizzasse.

“Una bellissima esperienza, quella di parlare ai ragazzi, che ogni volta ci regala emozioni nuove ed indescrivibili. La responsabilità di sapere che stai trasmettendo un messaggio che potrebbe avere un impatto molto forte nella vita di chi si appresta a decidere cosa dovrà essere del proprio futuro. A Pontecagnano abbiamo trovato una scolaresca preparata, aperta alla conoscenza, partecipativa. Merito questo, di chi ogni giorno, con passione, amore, dedizione e tantissimo impegno, si dedica all’educazione scolastica, e non solo di coloro che diventeranno il nostro futuro, la nostra gioventù migliore. Grazie dunque alla Preside, alla Vice Preside, alla Professoressa Ruggiero e agli insegnanti tutti, per la loro quotidiana “missione”, che ci rende orgogliosi delle eccellenze del nostro territorio”

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Ennio: l’eterna Bellezza!

Una ripartenza col botto, quella di ieri di DliveMedia, un progetto culturale che ha lo scopo di promuovere eventi su tutto il territorio campano, nato dall’idea del Professore Roberto Vargiu.

In collaborazione con il Comune di Pellezzano, al Cinema Teatro Charlot, è andata in scena una serata emozionante per almeno due motivi: rivedere una sala gremita di persone, e ascoltare le parole del Premio Oscar Giuseppe Tornatore che hanno anticipato la visione del film “Ennio” dedicato al Maestro Ennio Morricone.

Un susseguirsi di testimonianze di chi con lui ha condiviso un pezzo di strada artistica, e le parole del Maestro che sottolineano i momenti più importanti della sua vita privata ed artistica.

Una carriera unica, quella del Maestro Morricone, che ha raggiunto la quota di 500 film, oltre a collaborazioni musicali e tantissimo altro, un lavoro immenso e difficilissimo di scelta dei filmati di repertorio da inserire nel film-documentario, come ci ha detto lo stesso Tornatore.

Una vita, quella di Ennio, nata sotto il segno della musica, giacchè suo padre, trombettista, decise sin da subito che lui sarebbe stato un musicista, e così fu. E che musicista!

Un film che mette a nudo l’anima del Personaggio, che non si nasconde nel considerarsi inizialmente insoddisfatto, poco gratificato, quasi mortificato, della sua opera al servizio dei film.

Un genio musicale inespresso, che avrebbe voluto fare altro, alcune volte, molto di più, in altre. Inizialmente “snobbato” dal suo primo maestro e da alcuni colleghi, incompreso, probabilmente invidiato. Le tante volte in cui ha “sfiorato” la vittoria del Premio Oscar, poi il riconoscimento alla Carriera e infine la vittoria meritata, celebrata, giusta.

Osannato dai più grandi musicisti, accolto ovunque andasse con standing ovation, riconosciuto in tutto il mondo un innovatore, unico musicista ad aver lasciato un segno talmente forte che capita di ricordarsi della colonna sonora e non del film.

E poi il suo senso di devozione alla musica, che dice lui stesso, aveva sempre in testa, tanto da risultare a volte distratto, ma era perchè le note lui non aveva bisogno di suonarle, sapeva già cosa sarebbe accaduto, le suonava dentro di se.

Un film che dovrebbero vedere tutti, ma innanzitutto gli addetti ai lavori, i musicisti, chi vive di arte per ammirare il suo senso di “ossessione” nei confronti della musica che era di sicuro al di sopra tutto per lui, la passione, la voglia di migliorarsi, il non cedere mai, neanche davanti a registi “Stellari” al compromesso, il non barattare mai la sua arte, il non sottovalutare mai ciò che faceva e da ultimo il dare “dignità” al mestiere del musicista, cosa che, ahimè capita di vedere negata alle volte, prima di tutto dai musicisti stessi.

Grazie a Giuseppe Tornatore per questo spaccato di vita di un Artista che, per ciò che ha prodotto, per l’anima che ha messo in ciò che ha fatto, rimarrà in eterno nei cuori di tutti e di cui si parlerà per decenni ancora!

“Premio Eccellenza Italiana” a Claudio e Diana

Nato da un’idea di Massimo Lucidi, il Premio Eccellenza Italiana è giunto alla sua ottava Edizione e si terrà a Washington DC (USA) e in diretta da Roma, Città del Vaticano, nel Palazzo extraterritoriale della Santa Sede San Carlo ai Catinari.

Il Premio è dedicato all’Italia che merita, che resiste, che non si ferma, ed è rivolto a professionisti di svariati settori (pubblico, privato e religioso) che si sono contraddistinti per il loro operato, ma anche alle imprese (a conduzione italiana) che generano, in un momento storico così delicato valore per sè, per il sistema, per l’Italia.

Tanti i premiati, personaggi prestigiosi che si sono distinti in vari campi e quest’anno, tra i premiati, nella categoria “Benemeriti”, Claudio e Diana. Un riconoscimento che arriva nell’anno che sugella i 34 anni di attività per il duo salernitano, che da 20 anni circa, è Ambasciatore della Posteggia napoletana nel mondo, fondendo, con la loro attività, impegno artistico, ma anche sociale, e custodendo e tramandando due antichissime tradizioni : la Posteggia e le Serenate.

Un curriculum il loro, ricco di collaborazioni con musicisti di grande spessore, tra cui Tony Esposito, Rino Zurzolo e Joe Amoruso, numerosissimi ospitate televisive in Rai e non solo, video dedicati a temi sociali che li hanno portati, tra l’altro, alla Camera dei Deputati e all’ Università La Sapienza.

Di loro si sono occupati giornalisti delle più prestigiose riviste catturati dalla longevità della coppia e dallo spirito di perseveranza, dalla passione che mettono nel proprio lavoro, dal senso di sacrificio, dall’amore contagioso che li unisce.

L’evento sarà preceduto, alle 11,30 dalla Conferenza stampa allo Spazio Mastai, al Palazzo dell’Informazione. Alle 16,00 il Convegno “Dalla protesta ambientale alla protesta sostenibile” .Alle 18,30 la Cerimonia per la Premiazione in collegamento con Washington DC presso il Palazzo della Santa Sede San Carlo ai Catinari

Chiude un pezzo di Storia!

Il Gambrinus è uno tra i più importanti Caffè d’ Italia. La sua storia inizia con l’Unità  di Italia quando, nel 1860, al piano terra del palazzo della Foresteria, viene aperto il “Gran Caffè”. Chiunque abbia fatto una visita a Piazza del Plebiscito e al Palazzo Reale, di sicuro si è soffermato ad ammirare uno dei più bei salotti della città. Non solo luogo di ristoro e di piacevoli tappe, il Gambrinus ha visto nascere due grandi canzoni della tradizione classica napoletana: A’ vucchella e Voce ‘e notte. La prima realizzata nel 1892, dal grandissimo Gabriele D’Annunzio, che compose questa canzone per rispondere alla sfida del collega e amico Ferdinando Russo che non credeva che lo scrittore abruzzese potesse scrivere liriche nel dialetto napoletano. Voce ‘e notte fu scritta all’inizio del 1900 ai tavolini del caffè. Parla dell’amore del giovane redattore del quotidiano “Don Marzio” Eduardo Nicolardi per una fanciulla dell’alta nobiltà napoletana, costretta dal padre a sposare un uomo molto più grande di lei. Con la morte dell’ anziano marito, dopo solo un anno di matrimonio, finalmente i due ragazzi possono vivere felicemente insieme. Negli anni il Caffè ha ospitato grandi eventi musicali, Reading, Conferenze, ed ha avuto ai suoi tavolini personaggi illustrissimi, come Oscar Wilde, Gabriele D’Annunzio, Ernest Hemingway, Benedetto Croce, la Principessa Sissi, Matilde Serao, Tommaso Marinetti, Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Jean-Paul Sartre. Luogo di culto e di cultura, sopravvissuto ad anni difficili, ieri, piegato dal Covid, in attesa di tempi migliori, il Gran Caffè Gambrinus, ha calato il sipario. 15 dipendenti in cassa integrazione, 30 in attività, ha ceduto alle difficoltà di un periodo che ha messo in ginocchio tantissime realtà lavorative. Un salotto animato soprattutto dalla presenza dei turisti, calati drasticamente in questi mesi. Da oggi la città di Napoli, l’ Italia, e chi ama la cultura e le tradizioni, si sente un pò più solo.

Vola Gabbiano!

Ci ha lasciato oggi Pino Scaccia, storico inviato della Rai ed ex capo redattore dei servizi speciali del Tg1. Da settimane aspettavamo notizie rassicuranti in merito alla sua salute, ma da qualche giorno si era aggravato a seguito delle complicanze dovute all’infezione da Coronavirus. Come inviato  ha seguito i principali fatti internazionali, dalla prima Guerra nel Golfo alla fine dell’Unione Sovietica, dal  conflitto della ex Jugoslavia all’Iraq, l’Afghanistan, la Libia. Autori di molti libri, abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo qualche anno fa e di rivederlo questa estate in una serata indimenticabile. Giornalista di razza, di quelli che mettono i piedi sul terreno, sempre in prima linea, professionista indiscutibile, ed anche, cosa non frequente e non scontata, splendida persona, disponibile, disposto ad ascoltare e, se possibile a dare sostegno. Ed è stato proprio così che ci siamo conosciuti: la mia stima immensa, mi ha spinto a scrivergli in occasione di una sua presentazione a Maiori per la Rassegna “Un libro sotto le stelle”. -Maestro, se ne ha piacere, vorremmo avere l’onore di conoscerla personalmente ed aprire in musica la sua presentazione. Immediata la sua dolce, sincera, cordiale disponibilità. Ci scrivevamo spesso, gli inviavo video, brani, articoli che ci riguardavano per tenerlo aggiornato e lui sempre, aveva una parola gentile, i suoi complimenti non mancavano mai. Una volta mi disse ” Se questa persona ( di cui stavamo parlando, ma di cui non dirò il nome, ovviamente) si dovesse comportare male con voi, fammelo sapere subito”. Credo che non ci sia altro da aggiungere, se non che la sua penna sopraffina, il suo talento, la sua sensibilità, ci mancheranno immensamente. Che la Terra ti sia lieve, caro Pino.

Addio a Franca Valeri

Aveva appena compiuto 100 anni, ci lascia oggi la Signora del Teatro. Aveva fatto dell’ ironia il suo punto di forza. E quando l’ironia si unisce ad un talento strepitoso, il successo indiscusso ed indiscutibile è inevitabile. Una vita sulle tavole del teatro, che, aveva detto, voleva calcare fino all’ultimo dei suoi giorni, ed è così che ha fatto. Una vita piena la sua, di grandi avvenimenti che l’hanno inevitabilmente segnata: nata in una famiglia appartenente alla borghesia milanese, sopravvisse alla deportazione. Appassionata da sempre al teatro, si dedicò inizialmente, al teatro operistico musicale. Il personaggio che più l’ha caratterizzato, è stato di sicuro la “Signorina snob”, ma tantissimi i ruoli interpretati in teatro, nel cinema e in televisione. Tra i tantissimi riconoscimenti, l’ 8 marzo 2011, nel Palazzo del Quirinale, nel corso delle celebrazioni della Giornata Internazionale della Donna, dedicata al tema “150 anni: donne per un’Italia migliore”, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha insignito Franca Valeri del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, con la motivazione “Per la maestria e l’intelligente ironia che hanno caratterizzato la sua lunga carriera teatrale, cinematografica e televisiva”.

“Nuovo IMAIE”-Nuovo Sostegno

C’è un’ Italia fatta di chiacchiere, promesse elettorali, di “faremo”, di “arriveranno” di parole, parole, parole, e poi c’è una realtà sorprendente, fatta di concretezza, fatti, poche chiacchiere e molta “ciccia”. Realtà, questa, rappresentata dal “Nuovo IMAIE”, una collecting che gestisce i diritti connessi degli artisti interpreti ed esecutori. Il Covid ha messo a dura prova il mondo intero, molte categorie lavorative, più di tutte quelle legate al mondo del turismo e dello spettacolo, hanno subito un danno incalcolabile. Raramente si è sentito parlare di sostegno ai musicisti ed all’intero settore che gravita intorno a questo campo, pochissimo, quasi niente è stato concretamente fatto. Quando c’è da “accompagnare” serate per la raccolta fondi, incontri culturali, occasioni di giubilo e divertimento, i musicisti vengono coinvolti per primi e sono sempre in prima linea. La musica è stata protagonista dei giorni più difficili della pandemia, ha aggregato, unito gli animi, tenuto compagnia, esorcizzato l’orrore che si stava vivendo. Tutto dimenticato quando occorreva un passo concreto, lungo, deciso. Nuovo IMAIE è stata quell’ancora di salvezza per chi credeva che ormai, tutto fosse finito, quella luce in fondo al tunnel, che ormai pensi non ci sia più, che tu non possa più rivedere. Un operato serio, puntuale, efficace ed efficiente, che ci fa sperare che un’Italia migliore è ancora possibile.

Addio al Maestro Ennio Morricone

Un anno infausto il 2020, che non smette di darci notizie che non vorremmo sentire: ci ha lasciati il Maestro Ennio Morricone, “La colonna sonora” di alcuni dei più bei film, diventati indimenticabili grazie alle sue note. Un film senza musica è impensabile, i film che ha firmato con la sua musica, inimmaginabili. Diplomatosi al Conservatorio di Santa Cecilia in tromba, ha scritto musiche per oltre 500 pellicole, attraversando vari generi musicali, fino alla musica leggera, firmando pietre miliari della musica italiana come Sapore di sale e Se telefonando. I premi che gli sono stati tributati, sono innumerevoli: tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize. Conteso dai più grandi registi del mondo, è stata la colonna sonora di più di 60 film vincitori di premi. A sottolineare la grandezza, l’universalità della sua fama, il fatto che, tra i tantissimi riconoscimenti, le onoreficenze, gli sia stato dedicato un asteroide. «Devo cercare di realizzare una colonna sonora che piaccia sia al regista, sia al pubblico, ma soprattutto deve piacere anche a me, perché altrimenti non sono contento. Io devo essere contento prima del regista. Non posso tradire la mia musica.» E ci sentiamo di dire, che non lo ha mai fatto. Una presenza che mancherà moltissimo, ma che rivivrà per sempre nelle note “geniali” che ci ha regalato in tutti questi anni.

Ezio Bosso: la Magia della musica

“La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi.” Una delle tantissime citazioni di Ezio Bosso, che è riuscito nella più grande e difficile delle magie: senza artifizi, arrivare dritto al cuore di chi lo ascolta. Sì al presente, di chi lo ascolta, perchè Artisti come lui non muoiono mai. Dopo averti toccato le corde dell’anima, ti restano dentro per sempre. Quando nel 2016, ospite al festival di Sanremo, posò le sue dita sulla tastiera del pianoforte, sotto gli occhi di milioni di telespettatori che non lo avevano mai ascoltato, il successo fu immediato, l’empatia fortissima, l’emozione incontenibile. Mai piegato dalla sua malattia, mai incrinata la sua passione da un male terribile con cui ha imparato a convivere. Una voglia di vivere contagiosa, l’emblema di ciò che deve essere un Musicista: un uomo libero, eternamente fanciulletto, con una voglia inesauribile di lavorare, apprendere, condividere, perfezionarsi. Questo era il Maestro Bosso, tutto questo unito ad un talento grandissimo e ad una rara ed affascinante capacità di catalizzare l’attenzione su di sè, di farti appassionare a ciò che raccontava, fosse un aneddoto della sua vita o la complessità di un’ opera musicale. Questo ci mancherà di lui, l’essere una persona vera, unica nella sua Semplicità che lo rendeva, lo rende, immenso. “Si dice che la vita sia composta da 12 stanze. 12 stanze in cui lasceremo qualcosa di noi che ci ricorderanno. 12 le stanze che ricorderemo quando saremo arrivati all’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza dove è stato, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. Stanza, significa fermarsi, ma significa anche affermarsi. Ho dovuto percorre stanze immaginarie, per necessità. Perché nella mia vita ho dei momenti in cui entro in una stanza che non mi è molto simpatica detto sinceramente. È una stanza in cui mi ritrovo bloccato per lunghi periodi, una stanza che diventa buia, piccolissima eppure immensa e impossibile da percorrere. Nei periodi in cui sono lì ho dei momenti dove mi sembra che non ne uscirò mai. Ma anche lei mi ha regalato qualcosa, mi ha incuriosito, mi ha ricordato la mia fortuna. Mi ha fatto giocare con lei. Si, perché la stanza è anche una poesia.”

“Ma il lavoro vero?”

Che lavoro fate? – Musicisti!- No, ma il lavoro vero? Ecco, questo accade quando ci chiedono di cosa viviamo: che spesso, la domanda successiva alla nostra risposta, sia riferita al lavoro “vero”, come se rispondere di fare il musicista sia una risposta scherzosa. E sì perchè chi vive di musica si trova davanti ad un doppio pregiudizio: o si viene considerati hobbysti del fine settimana, o immediatamente abbinati a grandi nomi dello showbiz. In realtà esiste una categoria di musicisti che non è nè l’una, nè l’altra cosa, ma semplicemente persone che, con regolare partita Iva, svolgono “normalmente” l’attività che amano fare. In questi giorni di pandemia, la crisi ha colpito duro chi ha un’attività in proprio, tagliando fuori dal mercato milioni di lavoratori e tra questi, tra i più penalizzati, di sicuro i musicisti e in particolare, i musicisti che si dedicavano alle cerimonie, alle feste private, ai piccoli eventi, oltre che all’esibizione live nei locali. Va da sè che, quando sarà concesso di riprendere tali attività, con le restrizioni che ci saranno, le misure di sicurezza, i musicisti ne usciranno fortemente penalizzati e con davanti un’estate incerta, che sarà molto probabilmente persa, proprio quell’estate che è il momento in cui la nostra categoria rifiorisce. La fase due per i musicisti è semplicemente una fase di passaggio, giacchè difficilmente si troverà un modo per riprendere. La comunicazione, è stata sempre molto confusa, incerta, ambigua, sarebbe stato meglio, è meglio, dire chiaramente e in fretta che determinate categorie per quest’anno, nemmeno con questa seconda fase ripartiranno. La mancanza di attenzione alla classe dei musicisti, potrebbe indurre taluni a pensare “Hai visto, avrei dovuto fare di tutto per assicurarmi un “posto fisso”, ora non avrei avuto problemi”….taluni, non noi. Non ci pentiremo mai, di aver scelto di vivere facendo ciò che amiamo e difenderemo con le unghie e con i denti questa nostra scelta. Non la daremo vinta a chi potrebbe pensare di dirci “te l’avevo detto, prendevi il posto fisso e poi te ne andavi a suonare, come fanno quasi tutti”, non la daremo vinta a loro, nè al virus, perchè la musica nella nostra vita, è Regina incontrastata…senza corona!